Quei ponti “romani” su Via dei Cavalleggeri

Quante volte in questi anni ci siamo sentiti chiedere dai turisti, stranieri e non, se quei ponticelli a Pietrabianca e alla Mazzanta fossero di origine romana…

È un’idea erronea ma molto diffusa. Risalgono invece al periodo di bonifica lorenese e testimoniano l’assetto di Vada a fine XVIII secolo.

I vari ponticelli, cosiddetti “a schiena d’asino”, di Pietrabianca, Mazzanta ed altri oggi scomparsi su Via dei Cavalleggeri, consentivano l’attraversamento dei numerosi corsi d’acqua che solcavano Vada riversandosi in mare.

Via dei Cavalleggeri, edificata su volere di Cosimo de’ Medici a metà ‘500, serviva per collegare tra loro le torri ed i forti costieri da Livorno a Piombino costruiti per difendere il litorale, altrimenti indifeso, dagli attacchi dei pirati saraceni. In certi punti la via diventava poco più di un viottolo in terra battuta, completamente sommersa in occasione di piogge e straripamenti; infatti, per tutta l’epoca medicea, i ponti che attraversavano i fossi e gli “stagnoli” della piana di Vada venivano costruiti in legno, più economico e facile da reperire in occasione delle frequenti ricostruzioni.

Fu grazie al ripopolamento della zona voluto dai granduchi di Lorena che, consapevoli delle potenzialità agricole di quest’area, intrapresero fino al 1840 gli imponenti lavori di bonifica, mentre stava prendendo corpo quell’idea di dar vita ad un nuovo villaggio intorno ad una grande piazza, coronata da un “tempio” in costruzione. Il risanamento dell’area comportò la necessità di migliorare quello che al tempo era l’unico percorso costiero, la Via dei Cavalleggeri, con i nuovi ponti in laterizi che ancora oggi vediamo da Pietrabianca a Capocavallo.

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In foto il ponte di Pozzuolo alla Mazzanta

Fonte: sito ufficiale Comune di Rosignano Marittimo